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Biografia Meret Oppenheim
Meret Oppenheim
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Meret Oppenheim nacque il 6 ottobre 1913, primogenita del dottor Erich Alphons Oppenheim e di sua moglie Eva Oppenheim-Wenger, nel distretto di Charlottenburg a Berlino. Quando suo padre fu arruolato nel 1914, Meret si trasferì con la mamma a casa dei nonni materni, a Délemont in Svizzera. Trascorse la prima infanzia nella regione del Jura, Cantone di Berna, con la sorella Kristin e il fratello Burkhard, recandosi spesso dai nonni per le vacanze. Alla fine della Prima Guerra Mondiale , suo padre aprì un laboratorio a Steinen, nella Germania meridionale. Meret frequentò scuole in diverse città: Steinen, Basilea e Lorrach. A influenzare profondamente Meret Oppenheim fu la nonna materna, Lisa Wenger-Ruutz. Nota scrittrice e illustratrice di uno dei più famosi libri svizzeri per bambini Joggeli söll go Birli schüttle, Lisa Wenger-Ruutz era una delle rare donne ad aver frequentato l’Accademia d’Arte di Düsseldorf. La casa dei nonni a Carona era visitata da molti artisti e scrittori, tra i quali Hermann Hesse che fu sposato per breve tempo con la zia, Ruth Wenger. All’età di 16 anni Meret creò il collage Das Schulheft (Il quaderno di scuola), che conteneva l’equazione X=Hase (X=coniglio). Nel 1957, il collage fu pubblicato sulla rivista Le Surréalisme même, n° 2, con il titolo Le cahier d’une écolière (Il quaderno di una scolara). Avendo deciso di diventare pittrice, Meret nel 1931 lasciò la scuola con il permesso dei genitori. A Basilea, fece la conoscenza dei pittori Walter Kurt Wiemken e Irène Zurkinden. Nel 1932, all’età di 18 anni, si trasferì a Parigi con Irène Zurkinden a studiare arte. Frequentò l’Académie de la Grande Chaumière solo occasionalmente, preferendo lavorare nella sua stanza all’Hotel Odessa di Montparnasse. Scrisse poesie e produsse acquarelli e disegni, tra i quali lo schizzo Einer der zuschaut, wie ein anderei stirbt (Uno che guarda mentre l’altro muore), utilizzato più avanti come base per la scultura Le Spectateur vert (Lo spettatore verde), che fu realizzata in legno verniciato e ottone nel 1959 (Kunstmuseum di Berna) e in seguito, nel 1976, in marmo serpentino e oro (Wilhelm-Lehmbruck Museum di Duisburg). Nel 1933 Alberto Giacometti e Hans Arp visitarono lo studio di Meret al 44 di Avenue de Châtillon e la invitarono a esporre con i Surrealisti al “Salon des Surindépendants”. Meret trascorse diverso tempo all’atelier di Alberto Giacometti osservandolo al lavoro. Qui, nel 1933, realizzò il disegno L’Oreille de Giacometti (L’orecchio di Giacometti), che modellò in cera e realizzò in bronzo nel 1959. Nel 1977 l’oggetto fu riprodotto come multiplo per la mostra del 1978 alla Galleria Thomas Levy di Amburgo. Il disegno Plan fuer die Urzeitvenus (Piano per la Venere primigenia) e il modello per Urzeitvenus furono entrambi realizzati nel 1933. Il modello venne poi fuso in bronzo e seguito da un’edizione nel 1977. Meret Oppenheim entrò a far parte del circolo che gravitava intorno ad André Breton e partecipò regolarmente alle mostre dei Surrealisti fino al 1937. Nell’inverno del 1933/34 incontrò Man Ray che le chiese di posare per lui per una serie di fotografie. Il celeberrimo ritratto di Meret-Oppenheim con una macchina da stampa fu scattato nello studio di Louis Marcoussis e pubblicato sulla rivista “Minotaure” n. 5, nel 1934. Man Ray immortalò Meret in molte altre opere fotografiche, tra le quali quella in cui indossa una cuffia da bagno. Nel 1934 Meret incontrò il pittore Max Ernst ad una festa nello studio di Kurt Seligmann. Iniziò così un’appassionata relazione amorosa che si concluse un anno più tardi, non appena l’artista sentì che la sua libertà espressiva cominciava a soffrire l’influenza del più anziano e famoso pittore. Nel 1936 il padre di Meret dovette rinunciare alla sua attività a Steinen poiché i Nazisti gli imposero sanzioni dovute alle origini ebraiche del suo nome. Così Meret non ricevette più nessun supporto finanziario dalla famiglia. Nello stesso anno, creò la sua celebre opera Le déjeneur en fourrure (Colazione in pelliccia), che fu acquistata da Alfred H. Barr jr. per il Museum of Modern Art di New York dalla galleria Charles Ratton. Sempre nel 1936, Meret Oppeneheim tenne la prima personale alla galleria Schulthess di Basilea. In quell’occasione Max Ernst scrisse un testo per l’invito. L’oggetto Ma governante – my nurse – Mein Kindermädchen, che era in mostra, oggi appartiene alla collezione del Moderna Museet di Stoccolma. A causa della difficile situazione economica, Meret Oppenheim provò a guadagnare dei soldi disegnando modelli per gioielli e vestiti. Bice Curiger ha osservato che “…anche gli stilisti più stravaganti spesso trovano nelle sue idee un tocco di follia. Meret sviluppa coerentemente i suoi concetti senza aderire al codice corrente della moda, ma creando il suo sistema personale di referenze culturali”. Nel 1937 Meret tornò a Basilea dove frequentò per due anni la scuola di arti applicate. In questo periodo continuò a lavorare, anche se spesso distrusse o lasciò incompiuti i suoi progetti. Si tenne in contatto con il Gruppo 33 e successivamente prese parte alla mostra di Allianz, un’altra associazione di artisti svizzeri. Nel 1938 viaggiò con Leonor Fini e André Peyre de Mandiargues nel Nord Italia. Nel 1939 tornò a Parigi per partecipare alla mostra sull’arredamento “fantastico” insieme a Max Ernst, Leonor Fini e altri artisti presso la galleria di René Drouin e Leo Castelli a Place Vendôme. In quell’occasione presentò alcuni oggetti ed il celebre tavolo con le zampe di uccello. Passata in Svizzera, visse all’inizio con la sua famiglia nella residenza dei nonni nel Klingenthal. Quando per ragioni economiche la casa venne subaffittata, la sua famiglia si spostò a Corona. Il Kunstmuseum di Basilea acquistò il dipinto Krieg und Frieden (Guerra e Pace) nel 1943. Nel 1945 Meret incontrò Wolfgang La Roche, che sposò nel 1949; Meret e La Roche vissero a Berna, Thun e Oberhofen. Trascorse molto tempo prima che Meret allacciasse contatti con la scena artistica di Berna. Il direttore della Bern Kunsthalle, Arnold Rüdlinger, divenne suo mentore ed amico. Negli anni Cinquanta Berna fu decisamente aperta nei confronti della sperimentazione, e molti artisti vi si insediarono. Tra gli altri, Meret incontrò Daniel Spoerri e Dieter Rot. La famiglia Oppenheim-La Roche era molto ospitale. Il loro matrimonio, reciprocamente aperto, si concluse solo nel 1967 con la morte di Wolfgang. Nel 1950, dopo dieci anni di assenza, Meret tornò a Parigi; rimase tuttavia delusa quando si rese conto che alcuni dei suoi vecchi amici erano rimasti imbrigliati nel giogo del Surrealismo. Nel 1954 si trasferì in uno studio a Berna e superò finalmente la crisi. Nel 1956 disegnò costumi e maschere per la produzione di Daniel Spoerri Le désir attrapé par la queue (Il desiderio preso per la coda) di Picasso. Lo spettacolo fu messo in scena in un piccolo teatro di Berna. Meret creò l’oggetto Le couple (La coppia), un paio di stivali da donna allacciati uniti in corrispondenza delle punte, per una mostra che ebbe luogo nello stesso periodo della performance teatrale. Nel 1959 organizzò un Banchetto di Primavera a Berna, dove il pasto veniva servito sul corpo nudo di una donna. Tre coppie presero parte all’evento. André Breton convinse Meret a ripetere il Banchetto a Parigi per l’ “Esposizione Internazionale del Surrealismo”, qualche mese più tardi alla galleria Cordier. Fu la sua ultima esposizione con il gruppo surrealista. Negli anni seguenti, realizzò molte personali e partecipò ad alcune collettive a Basilea, Milano, New York, Zurigo, Berna, Stoccolma, Oslo e Ginevra. Nel 1967 fu presentata al Moderna Museet di Stoccolma una retrospettiva sulla sua opera. Dal 1972, oltre all’appartamento di Berna, affittò uno studio a Parigi. Nel 1974/75 si tenne una retrospettiva sul suo lavoro che fu ospitata dai musei di Solothurn, Winterthur e Duisburg. Il 16 gennaio 1975 ricevette il premio per l’arte dalla città di Basilea. Il suo discorso, in cui affermava la sua posizione come artista donna, riscosse un robusto consenso. Nel 1981 le sue poesie (1933-1957) vennero pubblicate con le serigrafie in un libro intitolato Sansibar, dalla Fanal Edizioni di Basilea. Nel 1982 ricevette il premio per l’arte dalla città di Berlino e fu invitata a prendere parte a “documenta 7” a Kassel. Nel 1983, Meret Oppenheim realizzò due dipinti dopo aver letto la corrispondenza tra Bettina Brentano e Karoline von Günderode (1802-1806). Il Goethe-Institut di Genova organizzò una mostra itinerante che ebbe luogo anche a Milano e a Napoli. Una fontana scolpita, basata su alcuni schizzi di Meret, fu inaugurata nella Waisenhausplatz, la piazza principale di Berna. Nel 1984 una retrospettiva sui suoi lavori fu realizzata alla Kunsthalle di Berna e all’ARC, il Museo d’Arte Moderna della città di Parigi. Il 15 novembre 1985 Meret Oppenheim morì a Basilea, nel giorno in cui il suo libro Caroline veniva presentato al pubblico.

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